Mara Pavan – Presidente APSILEF

Negli ultimi giorni stiamo assistendo alla pubblicazione di numerosi articoli e comunicati in merito all’istituzione del nuovo profilo professionale dell’assistente infermiere, approvato con DPCM 21 giugno 2025. Purtroppo, alcuni di questi contenuti stanno diffondendo informazioni errate e fuorvianti sul piano giuridico e professionale, rischiando di compromettere la corretta comprensione del ruolo e delle competenze di questa figura nel contesto assistenziale.
In particolare, segnaliamo con preoccupazione che in diversi testi, nella sezione dedicata a “LE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE INFERMIERE”, compare l’affermazione secondo cui: “L’assistente infermiere opera su delega dell’infermiere”.
Questa affermazione NON trova alcun riscontro normativo nel contenuto del DPCM 21 giugno 2025, che recepisce l’Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome. Al contrario, il decreto NON menziona mai il concetto di “delega”. Esso introduce invece il concetto di “attribuzione delle attività” all’assistente infermiere, con importanti implicazioni giuridiche e organizzative.
Per evitare fraintendimenti, è necessario chiarire la distinzione tra attribuzione e delega, concetti non sovrapponibili:
- ATTRIBUZIONE: è l’assegnazione di attività previste dal profilo dell’assistente infermiere da parte dell’Infermiere responsabile dell’assistenza. Si inserisce in un rapporto gerarchico e funzionale tra professionisti, all’interno del processo di pianificazione assistenziale e nei limiti stabiliti dal DPCM.
- DELEGA: è un atto giuridico con cui un professionista trasferisce temporaneamente una responsabilità o funzione a un altro di pari grado, con autonomia decisionale e responsabilità condivisa. Richiede idoneità, criteri formali, e tracciabilità. Non può avvenire nei confronti di una figura subordinata come l’assistente infermiere.
Dal punto di vista giuridico e della responsabilità professionale, ambiti di cui APSILEF si occupa in modo qualificato da molti anni, l’uso improprio del termine “delega” è gravemente scorretto e rischia di generare confusione circa la natura delle responsabilità professionali coinvolte.
L’Infermiere, responsabile dell’assistenza infermieristica generale, NON trasferisce responsabilità all’assistente infermiere, ma ne attribuisce le attività. A sua volta, l’assistente infermiere risponde delle attività che gli sono state attribuite, come sancito dall’art. 1, comma 4 del DPCM: “È responsabile della correttezza dell’attività svolta”
Tuttavia, restano aperte alcune criticità sulla responsabilità giuridica di questa figura, in quanto non è inquadrata chiaramente nelle normative che regolano gli esercenti le professioni sanitarie – Legge n. 24/2017.
I passaggi rilevanti del DPCM 21 giugno 2025 che chiariscono il concetto di attribuzione sono i seguenti:
- Art. 1, comma 4: “L’assistente infermiere, in rapporto alla gravità clinica dell’assistito e all’organizzazione del contesto, svolge le proprie attività secondo le indicazioni dell’infermiere e in collaborazione e integrazione con gli altri operatori. È responsabile della correttezza dell’attività svolta.”
- Art. 4, comma 2: “L’assistente infermiere svolge le attività dirette alla persona, direttamente attribuite dall’infermiere o secondo la pianificazione assistenziale, riferendone allo stesso in quanto responsabile dell’assistenza infermieristica generale.”
In nessun punto del DPCM si parla di delega, mentre si fa costantemente riferimento all’attribuzione diretta delle attività da parte dell’infermiere, nel quadro di una collaborazione funzionalmente subordinata.
Per tutti i motivi esposti, APSILEF chiede formalmente alle Redazioni e agli Editori degli articoli in oggetto di correggere l’impropria espressione “opera su delega dell’infermiere” con una formulazione più aderente al dettato normativo, come:
“L’assistente infermiere opera in collaborazione con l’infermiere, secondo le indicazioni e con attribuzione diretta di attività assistenziali, nel rispetto della pianificazione infermieristica.”
Questa rettifica non è solo doverosa, ma rappresenta un atto di corretta informazione, di tutela della professione infermieristica, e di rispetto delle norme vigenti.