Stand by me

Nella nostra professione sembrano non passare mai di moda alcuni accostamenti a pensieri ed attività del passato.
Vi è l’impressione che non vi sia modo di “tenere lontano” da una professione che ormai è da intendersi “intellettuale” attività non più facenti parte del proprio specifico.
Paradossale inoltre annoverare che questi accostamenti vengono periodicamente riproposti all’interno della stessa professione; il sentire il bisogno di averli accanto (Stand by me) sembra essere una forma di consolazione.
Il rimanere ancorati al passato sta producendo una lacerazione tra le nuove generazioni di infermieri e tutto ciò sembra completamente passare inosservato nelle alte sfere.
Sembrerebbe esserci un tacito assenso a tutto ciò vanificando di fatto anni di sforzi, lotte e sacrifici; che a questo punto sarebbero da intendersi “inutili” alla luce delle ultime posizioni ufficiali della FNOPI.
Essere autonomi e responsabili…..ma di cosa? è questa la domanda che dovremmo farci tutti.
La riposta a distanza di anni sembra essere sempre più confusa e forviante.
Il rischio reale che corriamo è quello di sentirsi “vuoti” (in senso professionale) essendo stati sollevati (giustamente) da attività non più proprie, ma allo stesso tempo di sentirsi disorientati poiché non si è ancora inteso come colmare quel “vuoto”.
Sicuramente non si può non colmarlo con competenze certificate ed abilitanti, acquisite mediante un percorso universitario.
Ignorare ciò, non creando  profili di competenze con titolarità esclusiva, ci porterà a compiere un clamoroso “passo indietro”  nel panorama delle professioni sanitarie.

Francesco Paolucci, Ufficio Stampa APSILEF.

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