IL PROFESSIONISTA SANITARIO SPECIALISTA ED ESPERTO IN TEMPO DI “GUERRA” EPIDEMIOLOGICA

Si muove qualcosa all’orizzonte, anche se proverbialmente, una sconfinata distesa d’acqua salata ha da sempre separato le due azioni del “dire” e del “fare”; così come di sale ne è stato versato tanto su ferite inferte ad un professionismo che avanza.
Le discussioni sempre aperte che da anni trascinano e tergiversano sulla necessità, modalità e riconoscimento del professionista specialista ed esperto hanno intessuto difficili trame e tenuto banco tra gli argomenti di vitale importanza per una mirata crescita delle competenze dei professionisti sanitari non medici.
Le attribuzioni di incarichi di funzione di professionista specialista e di professionista esperto erano già stabilite dall’ultimo CCNL sottoscritto nel 2018 (artt. dal 16 al 23) e rischiavano di rimanere su carta, se non fosse che una ventata “regolamentatoria” ha scosso negli ultimi tempi gli animi degli addetti.
Nel bene e nel male, l’ulteriore necessità e propensione alla svolta, si sta avendo da febbraio con l’emergenza di epidemia da Covid-19 in Italia: ora come non mai sta emergendo e si evidenzia senza dubbio come la preparazione dei professionisti sia indispensabile per affrontare delle situazioni nazionali e globali di salute pubblica.
La complessità dei compiti richiede assolutamente che si affrontino con l’apporto di sapere specifico, validato e competente, caratteristiche elevate ed innovative, che innalzano la competenza del ruolo acquisito.
Lo scorso 20 febbraio, alla vigilia della “catastrofe epidemiologica”, la Conferenza delle Regioni ha approvato il documento concernente la proposta elaborata “Percorsi applicativi degli articoli 16-23 del CCNL 2016-2018 del Comparto Sanità relativamente agli incarichi di funzione di tipo professionale”. Il documento chiarisce come le aziende potranno emettere avvisi per attribuire incarichi professionali di tipo “esperto” o di “specialista”.

Fondamentale risulta però, innescare un vero cambiamento culturale di tutto il sistema sanitario. Cambiamento che dovrà per forza di cose considerare, oltre a questa nuova regolamentazione dei percorsi avanzati delle figure professionali sanitarie presenti nel panorama sanitario, anche un’accelerazione normativa di quelle che da decenni sono in attesa (osteopati etc…) non solo di una individuazione sulla carta, bensì di tutti quei decreti attuativi che permetteranno di regolamentarle.
Regolamentazione sempre più necessaria e richiesta da un’utenza attenta e bisognosa di garanzie sulla qualità delle cure.
Ma questo è solo un primo passo per un radicale cambiamento del sistema.
Non bisogna mai dimenticare che il cambiamento è possibile non solo grazie a una trasformazione culturale e ideologica, ma anche grazie a finanziamenti mirati destinati al SSN con il fine di riconoscere la giusta remunerazione e garantire una pianificazione strutturale, ormai sempre più necessaria, a tutela dell’UNIVERSALITÀ delle cure che caratterizza il nostro sistema sanitario. Principio fondamentale riconosciuto fin dalla stesura della carta costituzionale ad opera dei padri fondatori del nostro amato e bistrattato PAESE in cui viviamo, lavoriamo e ahimè , in questi giorni anche muoriamo!
Ne abbiamo un esempio proprio in questo periodo difficilissimo nel quale lo Stato con i suoi Ministeri e i relativi “tentacoli” istituzionali, regionali e comunali, si è trovato a dover gestire una grande emergenza sanitaria con un sistema ormai ridotto all’osso dai continui tagli alla spesa.
Tagli che hanno creato una carenza di ricettività per i pazienti, imponendo quotidianamente scelte etiche dolorose seppur professionalmente corrette, perché svolte sotto quel cappello intransigente dettato dallo stato di necessità che lo stato di “emergenza” e “urgenza” sanitaria impone.
Ma la gestione del TRIAGE o di qualunque attività svolta in queste condizioni, sta creando disaffezione e grande sfiducia da parte di molti professionisti sanitari, che nonostante vengano tanto osannati dai media come “MARTIRI”, il loro unico pensiero è quello di sfruttare al massimo ogni neurone per utilizzare al meglio le proprie competenze acquisite in tanti anni di studio (universitario, nei corsi di alta formazione, nei master e nei corsi ECM…) per PORTARE A CASA LA PELLE, evitando di infettare i propri cari a e cercando di aiutare il povero malcapitato che guardandoti negli occhi ti chiede implorandoti di farlo semplicemente respirare!
Grazie quindi alle nostre competenze, frutto di tanti sacrifici, ma poco considerate e riconosciute economicamente, che molti oratori hanno fatto indebitamente proprie, al fine di rassicurare una popolazione spaventata dalla titubanza istituzionale generata proprio dall’inadeguatezza del SSN nel fronteggiare questa grave e atroce realtà epidemiologica nella quale ci troviamo.
Ma noi stiamo cercando di reagire. NOI con le nostre competenze! Con il nostro cuore a con l’amor proprio verso una professione che ancora ci rende persone vere che aiutano persone vere.
Gli scriventi appartengono a due figure professionali distinte ma legati da un percorso legale forense tanto dibattuto mediaticamente. Ci chiediamo, quale futuro si potrà aspettare questo sistema sanitario se neanche gli Ordini Professionali sono compatti nel garantire le stesse opportunità tra i professionisti.
Ancora una volta vediamo Ordini che non tutelano i propri professionisti, non è preistoria che la FNOPI, da tempo, non collabora con gli altri Ordini. Si è visto in questi giorni, ma ancor prima quando decise di anticipare tutti, sottraendosi dai tavoli di lavoro per formalizzare da sola un’intesa sul protocollo per l’armonizzazione dei criteri e delle procedure di formazione degli albi dei Periti e dei Consulenti Tecnici nei Tribunali Italiani “Accordo CSM – CNF”. Al contrario le Federazioni Nazionali degli Ordini dei Tecnici sanitari radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM-PSTRP) e degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO) coscientemente decisero di unirsi in un percorso condiviso . Così facendo la FNOPI inserendo tra i requisiti primari, la laurea magistrale, ha di fatto creato una frattura importante con gli altri Ordini ma soprattutto penalizzando i propri professionisti che nonostante abbiano conseguito il Master di I livello in figure sanitarie legali forensi si sono visti penalizzati, requisito sufficiente invece per gli altri Ordini. Noi abbiamo memoria!
Quindi ricalibrando l’attuale analisi, possiamo affermare che, almeno sulla carta, un grande passo verso il riconoscimento delle competenze, è stato fatto, con la distinzione sostanziale tra “professionista specialista” e “professionista esperto” e a parere degli scriventi anche in modo chiaro e determinato.
Finché questo cambiamento culturale non si concretizzerà in ogni sua sfumatura, non si avrà mai la capacità di uniformare e condividere i percorsi e gli obiettivi, indispensabile per creare un sistema virtuoso e professionalizzante tanto richiesto dai professionisti sanitari e che serve per garantire un futuro decoroso al nostro SSN.
Quindi un domani, speriamo prossimo, quando si farà la conta dei decessi e chi dall’alto dei cieli istituzionali urlerà a gran voce “ce l’abbiamo fatta!”, riuscirà almeno in quel momento a guardare quanta competenza è caduta grazie all’inefficienza Statale? Riusciranno i ben pensanti a valutare e comprendere gli errori? Sulla base degli errori riusciranno a pianificare una volta per tutte questa svolta culturale e professionale tanto necessaria? Riusciranno a rimettere al centro la “PERSONA”, che sia il “MALATO” o il “PROFESSIONISTA SANITARIO”? Si renderanno conto che la sicurezza delle cure non si cela solo dietro alla responsabilità professionale ma anche all’organizzazione sanitaria pianificata correttamente? Capiranno finalmente che la fuga delle competenze all’estero o la mancanza di nuovi professionisti passa da un GIUSTO RICONOSCIMENTO SALARIALE (che in alcuni casi è ancora in attesa da più di13 anni)?
APSILEF c’è SEMPRE! Ovunque, con competenza e dignità professionale anche in questo momento tragico!

Dott.Giovanni Trianni
Infermiere Legale Forense   
Ufficio Stampa APSILEF

 

 

Dott.Marco Castioni
Fisioterapista e Osteopata Legale Forense e Spec. Rischio Clinico 
Ufficio Stampa APSILEF

 

 

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