a cura di Miriam Smerghetto – Responsabile APSILEF Regione Friuli Venezia Giulia

La violenza di genere rappresenta una piaga sociale che affligge profondamente la nostra società, con conseguenze devastanti sulle vittime e sull’intero tessuto comunitario. Nonostante i progressi nella sensibilizzazione, la strada verso un’eliminazione completa è ancora lunga. Tuttavia, è fondamentale ribadire un concetto chiave:
prevenire è possibile. E un canale privilegiato per attuare questa prevenzione è l’educazione, a partire dai banchi di scuola e proseguendo in ogni ambito della vita. In questo contesto, la figura del Professionista Sanitario Legale e Forense emerge come un attore cruciale, con un ruolo fondamentale anche grazie al contributo di realtà come l’Associazione Tecnico Scientifica APSILEF (Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi).
Il ruolo centrale dell’educazione e della formazione
La scuola è il luogo per eccellenza dove si formano le coscienze e si costruiscono le basi per una cittadinanza consapevole e rispettosa. Introdurre percorsi di formazione sulla violenza di genere, fin dai primi cicli scolastici, significa instillare nei giovani i valori del rispetto, dell’uguaglianza e della non violenza. Non si tratta solo di affrontare il tema della violenza fisica, ma anche di riconoscere e contrastare le forme più subdole di violenza psicologica, verbale ed economica, spesso le prime spie di dinamiche relazionali disfunzionali.
Una formazione efficace deve mirare a:
- Decostruire gli stereotipi di genere: La violenza di genere affonda le sue radici in stereotipi culturali profondamente radicati che attribuiscono ruoli e aspettative diverse a uomini e donne, spesso limitanti e dannosi.
- Promuovere relazioni sane: Insegnare a riconoscere i segnali di una relazione tossica, a porre limiti, a comunicare in modo assertivo e a chiedere aiuto.
- Sviluppare l’empatia: Aiutare i giovani a mettersi nei panni dell’altro, a comprendere il dolore e le conseguenze delle azioni violente.
- Conoscere i diritti e gli strumenti di tutela: Informare su leggi, servizi di supporto e percorsi di denuncia.
Il Professionista Sanitario Legale e Forense: un ponte tra salute e giustizia È qui che entra in gioco la figura del professionista sanitario legale e forense. Professionisti sanitari con competenze sia in ambito sanitario che giuridico, possiedono un bagaglio di conoscenze ed esperienze unico per affrontare il tema della violenza di genere sotto molteplici aspetti.
Questi professionisti, infatti:
- Conoscono le dinamiche della violenza: hanno una profonda comprensione delle manifestazioni fisiche e psicologiche della violenza, delle sue conseguenze a breve e lungo termine sulla salute delle vittime.
- Sono esperti di evidenze forensi: sanno come raccogliere e preservare le prove, fondamentali in caso di denuncia e processi legali.
- Hanno familiarità con il sistema giudiziario: possono esporre le procedure legali, i diritti delle vittime e come interagire con le forze dell’ordine e la magistratura.
- Sono abituati a comunicare situazioni delicate: hanno sviluppato la sensibilità necessaria per affrontare argomenti complessi con empatia e rispetto, sia con le vittime che con un pubblico più ampio.
L’APSILEF (Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi), in questo contesto, rappresenta un punto di riferimento fondamentale. L’Associazione Tecnico Scientifica promuove la formazione continua e l’aggiornamento professionale dei suoi membri, garantendo che le competenze legali e forensi nel settore sanitario siano sempre all’avanguardia. Attraverso convegni, corsi e pubblicazioni, APSILEF contribuisce a diffondere le migliori pratiche e a rafforzare la rete di professionisti impegnati nella tutela delle vittime di violenza, fornendo un contributo significativo alla prevenzione e al contrasto del fenomeno.
La formazione nelle scuole e nella vita: un valore aggiunto
Coinvolgere i professionisti sanitari legali e forensi nei programmi di formazione sulla violenza di genere offre un valore aggiunto inestimabile. Le loro testimonianze, basate su casi reali (naturalmente nel rispetto della privacy) e su una profonda conoscenza delle dinamiche relazionali violente, possono avere un impatto molto più forte rispetto a una trattazione puramente teorica.
Possono fornire esempi concreti, rispondere a domande specifiche e sfatare miti comuni, contribuendo a una comprensione più approfondita e meno astratta del fenomeno.
Questo tipo di formazione non dovrebbe limitarsi solo alle scuole, ma estendersi anche ad altri contesti:
- Formazione professionale: Aggiornare e sensibilizzare operatori sanitari, forze dell’ordine, assistenti sociali, insegnanti e tutti coloro che, per il loro lavoro, entrano in contatto con potenziali vittime o aggressori.
- Campagne di sensibilizzazione pubbliche: Diffondere informazioni corrette e promuovere una cultura del rispetto e della non violenza attraverso media e iniziative sul territorio.
- Corsi per genitori: Aiutare i genitori a riconoscere i segnali di disagio nei figli e a educarli al rispetto reciproco.
Prevenire la violenza di genere non è un’utopia, ma un obiettivo raggiungibile attraverso un impegno costante e sinergico. La formazione, veicolata anche dall’esperienza e dalla professionalità di figure come il Professionista Sanitario Legale e Forense e supportata da realtà come l’APSILEF, rappresenta uno strumento potente per costruire una società più giusta, equa e libera dalla violenza. Investire nell’educazione significa investire nel futuro, offrendo alle nuove generazioni gli strumenti per costruire relazioni sane e per diventare agenti di cambiamento.
Cosa ne pensi del ruolo della famiglia nella prevenzione della violenza di genere?