Jobs Act, controlli a distanza su Pc e telefonini senza accordi sindacali

Il governo rivoluzione l’articolo 4 dello Statuto del lavoratori che vietava l’utilizzo degli strumenti aziendali per controllare i dipendenti. Sarà possibile anche installare apparati audiovisivi, ma solo dopo l’ok delle parti sociali. Il sindacato: “Chiederemo al Garante della privacy se è possibile”.

17/06/2015 – Via libera al controllo a distanza sui lavoratori attraverso telefonini, pc e tablet. Lo ha messo nero su bianco il governo nel decreto attuativo del Jobs Act, approvato dal governo l’11 giugno scorso, che – di fatto – cancella l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori sui controlli a distanza: “Accordo sindacale o autorizzazione ministeriale – si legge nel testo – non sono necessari per l’assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore“.

Per le norme in vigore, invece, è “vietato l’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”, mentre possono essere installati “impianti e apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori” solo dopo un accordo con le rappresentanze sindacali.
Adesso l’esecutivo lascia carta bianca alle aziende per l’utilizzo degli strumenti aziende e rende possibile installare impianti audio e video dopo un accordo sindacale o l’autorizzazione da parte del ministero del Lavoro (per le imprese con più unità dislocate in una o più regioni).

A spiegare nello specifico le novità è la relazione illustrativa che accompagna il testo del dlgs in cui si fa riferimento “agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere operativa la prestazione lavorativa e agli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze” per controllare i quali non servono via libera. Di fatto – è il ragionamento del governo – “non dobbiamo chiedere il permesso ai rappresentanti di lavoratori per dotarli di strumenti di lavoro”, anche questi, poi possono essere utilizzati per controllare la loro efficienza. I dati che ne derivano possono essere “utilizzati ad ogni fine connesso al rapporto di lavoro, purché sia data al lavoratore adeguata informazione circa le modalità d’uso degli strumenti e l’effettuazione dei controlli, sempre, comunque, nel rispetto del Codice privacy”.

In particolare, si tratta dello schema di decreto legislativo sulle disposizioni di razionalizzazione e semplificazione di procedure e adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione del Jobs act, assegnato – insieme agli altri tre che completano la delega – alle Camere per i pareri, non vincolanti, delle commissioni (per cui sono a disposizione 30 giorni), dopo il primo via libera del Consiglio dei ministri di giovedì scorso.

http://www.repubblica.it/economia/2015/06/17/news/jobs_act_controlli_a_distanza_su_pc_e_telefonini_senza_accordi_sindacali-117071971/?ref=HREA-1&refresh_ce

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