Chi è il nemico …..?

Si assiste ormai da diverso tempo ad attacchi ingiustificati agli infermieri ed alla professione infermieristica da parte di una “Esimia” dottoressa.

Gli attacchi risultano essere della peggior specie, poiché sono denigratori, lesivi della dignità personale ancor prima di quella professionale.

Il tutto “ben condito” da una presunzione di “superiorità culturale” che giustificherebbe tale atteggiamento.

I contenuti e le modalità con cui vengono veicolate queste affermazioni sono di una gravità inaudita, poiché finalizzate alla discriminazione e delegittimazione del ruolo dell’infermiere (che ricordiamo di diritto e non per grazia ricevuta è chiamato ad occupare all’interno del SSN).

Quello che risulta essere ostico a molti è che l’infermiere non “sottrae” competenza altrui ma ne rivendica di nuove; non si vogliono concessioni ma riconoscimento di “competenze specifiche” per le quali si forma attraverso specifici percorsi universitari abilitanti.

Le opinioni (anche le più fantasiose) non possono essere elevate a verità assoluta, non possono essere accettate come “atto di fede”; l’onestà intellettuale impone innanzitutto l’elevazione della contrapposizione (quella sì a cui riconoscere una “superiorità culturale”) ad un livello “nobile”.

Ma in tutto ciò chi risulta essere il nemico?
Sicuramente non sono gli infermieri e la professione (che risulta parte offesa) e nemmeno i medici (che non mi sembrano essere categoria vessata); potremmo attribuire responsabilità al “Sistema”, all’orientamento normativo di riferimento (ma sarebbe troppo facile).
Il vero nemico è l’assurda pretesa (arroganza) che singole convinzioni ed opinioni possano essere generalizzate, strumentalizzate, non soggette a critica ed al contraddittorio.

Come interpretare la posizione della FNOPI e della FNOMCeO?
In questi casi la prudenza è d’obbligo, ma discutibile è l’assenza di posizione degli Ordini di categoria che ricordiamo deve essere ferma e decisa, e non solo per il singolo caso.
Prioritario è dare garanzia agli iscritti di entrambe le categorie, che il decoro ed il rispetto reciproco venga mantenuto, auspicabile una nota congiunta che mitighi le tensioni, marginalizzi gli estremisti e serva da monito per il futuro.

Il timore, tutt’altro che infondato è che iniziative emulatorie vengano intraprese a discapito di altre professioni sanitarie anch’esse potenziali vittime di atti di “arroganza”.

 

Francesco Paolucci, Ufficio Stampa APSILEF.

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