Cari Colleghi!

Di questi tempi, un peso e un senso d’attesa ci tengono sospesi nelle nostre elucubrazioni, per alcuni inutili. Sembra non vi sia un senso in un’attesa vana, il tempo si potrebbe sprecare per questioni molto più nobili, e il timore del frutto che ancora “non raccogli” ci blocca e ci fa riflettere

sul significato del paradigma di unità professionale.

Qualcosa ci unisce, la percezione di un certo affiatamento ci stringe attorno ad un ideale.

La forza che sprigiona dal nostro invocare si fonde in un accorato pensiero di alto significato, ricercato sentito e partecipato.

Vi è nobiltà in tale sensazione; mai come oggi vi è un sentore nell’aria, di desiderio recondito di crescita….

Ci sentiamo in tutto e per tutto COLLEGHI…

Colleghi impegnati a cercare un senso del proprio operato, della propria coscienza e conoscenza, prima ancora di lanciarsi nel duro lavoro quotidiano, a salvare vite, a donarsi agli altri, a mettersi a duro confronto con una realtà in cui molto spesso non sei riconosciuto a nessun livello, con o senza titolo.

Numerosi COLLEGHI continuano a fare i tappabuchi di qualsiasi ruolo e profilo, spesso indirizzati dagli stessi dirigenti di una professione infermieristica che si dovrebbe ritenere “collega”. E allora, siamo sicuri che a questa piccola parola di poche lettere venga attribuito il giusto significato? “Cari Colleghi….”. Che secondo il significato proprio del termine scritto in numerosi testi della lingua italiana, siete tutti coloro che svolgono lo stesso lavoro, nello stesso comparto (purtroppo), che vivono quotidianamente la de-professionalizzazione messa in atto da coloro che hanno iniziato lo stesso percorso professionale come Infermiere, che percepiscono la stessa remunerazione e che vivono gli stessi sacrifici e sconforti, siamo sicuri che Tutti coloro che ci dirigono ad alti vertici rappresentino il vero e proprio significato del termine collega? Da quanto potuto accertare negli ultimi periodi, sicuramente non serviranno “cabine di regia” per capire se veramente il termine COLLEGA possa essere utilizzato per tutti i livelli dell’infermieristica. Forse, quando si cambia ruolo, si dimentica con facilità il significato di una piccola parola dal profondo significato e valore deontologico e professionale.

Si “Cari Colleghi…”, una connessione intima, una sintonia augurale a tutti noi.

Non muri di carta, non muri di gomma, non barriere per noi “diversamente-abili-specialisti”,

diversamente intrisi come voi nei nostri sogni professionalizzanti, che stiamo in attesa.

E attendiamo, e speriamo in noi, che un nuovo vento ci sorregga…

“Cari colleghi…”

Dottor Giovanni Trianni, Ufficio Stampa Apsilef.

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